Autore: Antonio D'Amore
[...] «… gli uomini si dividono in due categorie: i coni e le coppette… il cono è trasgressivo, la coppetta è familiare; il cono è la libertà, la coppetta è una strada segnata; il cono è una mano libera per poter continuare a toccare il mondo, la coppetta è la protezione silenziosa di chi ha quel che cerca; il cono è un piacere immediato, la coppetta è la mediazione del piacere; il cono è un gusto sfrontato, la coppetta è il gusto di una regola certa; il cono è la pennellata talentuosa del pittore ispirato, la coppetta il colpo misurato dello scultore riflessivo; il cono è l’azione, la coppetta è l’attesa; il cono è l’imprevisto, la coppetta è il prevedibile; il cono è un giro di roulette, la coppetta un monopoli giocato in due; il cono è il bacio che prelude, la coppetta il sospiro che rimpiange; il cono è un tempo incerto, la coppetta il tempo delle certezze; il cono è l’avventura, la coppetta è il conosciuto; il cono non lascia scorie, la coppetta pretende due passaggi del porta a porta, il cono è l’alba, la coppetta il tramonto».
Poi, dopo una pausa di silenzio irreale, disse: «Se tu sei qui… tu sei cono, sappi esserne degno».
Poi, alzò gli occhi solo un attimo. E sorrise.
Antonio D'Amore, romano per nascita, senese per crescita, teramano per scelta. Giornalista formatosi al Messaggero, corrispondente del Corriere della Sera, poi fondatore e per dieci anni direttore de "il Cittadino", mensile free press locale, quindi fondatore e per nove anni direttore anche del quotidiano La Città. Saltuariamente scrive per Il Fatto Quotidiano, ama le favole, la letteratura sudamericana, ha vinto premi letterari e giornalistici e continua a considerare la pagina bianca la più grande sfida della fantasia. Attualmente, sta portando avanti un ambizioso progetto editoriale che lo vedrà dirigere un mensile free press, un innovativo quotidiano, un sito di informazione e un canale televisivo.