Autore: Gianluca Morozzi
Nel 1987 c’era una cosa difficile, difficilissima, più difficile di tutte le altre. Non farsi rompere il naso in palestra dal teppista ufficiale della scuola, non scoppiare in un pianto nervoso mentre la prof di latino faceva scorrere il dito sul registro, falsificare in modo credibile una firma sul libretto delle assenze, erano tutte imprese di media difficoltà. Ma telefonare a una ragazza, a sedici anni, nel 1987, era la cosa più ansiogena del mondo.
Mirko stava seduto da quaranta minuti davanti al telefono fisso nel corridoio di casa, con il numero della Patti Lamandini scritto sul retro del biglietto della discoteca Sporting, senza decidersi ad alzare la cornetta e far girare sei volte la rotella. Non si sentiva in grado di scandire una frase senza impappinarsi o balbettare. Gli s’incrostavano le corde vocali. La lingua diventava una ciabatta.
Era impossibile telefonare a casa di una ragazza senza balbettare o impappinarsi, a sedici anni. La cosa più difficile del mondo. In assoluto.
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Gianluca Morozzi è nato a Bologna, dove vive. Il suo primo romanzo è “Despero” (Fernandel, 2001). Tra i suoi vari titoli ci sono “Blackout” (Guanda, 2004), “L’era del porco” (Guanda, 2005), “Colui che gli dei vogliono distruggere” (Guanda, 2009), “Cicatrici” (Guanda, 2010), “Chi non muore” (Guanda, 2011), “Marlene in the sky” (Gallucci, 2013). Il suo ultimo romanzo è “Radiomorte” (Guanda, 2014).