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Una storia qualunque

Autore: Enzo Di Salvatore

[...]

Guardo la foto per pochi secondi. Intorno a un tavolo, davanti a enormi coppe di gelato, siedono cinque o sei persone: hanno tutte un’aria seria e nessuno sembra accorgersi che qualcuno li sta fotografando, tranne il bambino, che, sorridente, saluta con la mano e fissa l’obiettivo. Pochi secondi appena: il tempo sufficiente per riconoscere mio padre, la signora Berg e quel bambino con la t-shirt bianca, i calzoni corti e le bretelle verdi.

La mia mano destra è tra i capelli, sulla fronte, sul mento. Vorrei dirle qualcosa, urlarle in faccia tutto il mio disprezzo, insultare questa donna che fino a un mese fa non conoscevo e che ora, mentre un treno ha appena concluso la sua folle corsa verso di me, sorseggia lentamente il suo cappuccino.

Raccolgo la foto dal tavolo, non pago il conto e vado via, senza neppure salutare.

Alle 19,15 sono già sul volo Berlino-Roma. Ho la testa in frantumi. Vorrei andare in bagno. Vorrei che il moccioso accanto la smettesse di chiedere a sua madre se siamo già in volo. Vorrei che qualcuno mi portasse qualcosa da bere. Ma dall’altoparlante il comandante si rivolge al personale di bordo dicendogli di prepararsi al decollo. Strappo la foto. È ormai tempo di allacciare le cinture. 

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