I Promessi coni

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Il cono di Gadda

Autore: Alberto Melarangelo

Sta seduto al solitario tavolino del Grande Italia, davanti o dietro il Duomo, secondo chi vada, a prendersi un improvviso, insperato, tepido sole del marzo del millenovecentotrentacinque: catafratto in un paltò di lana spessa, l’ingegner Carlo Emilio Gadda febbricita al pensiero degli articoli di viaggio che la «Gazzetta del Popolo», diretta allora dal marsicano Amicucci, gli ha commissionato, e che Gadda teme sempre di sbagliare e di vedersi rifiutare, e con essi la promessa di un futuro da letterato retribuito.

Guarda, l’ingegner Gadda, la struttura bizzarra e inesplicabile del grande edificio che gli sta innanzi, che si staglia severo sul fondale di un cielo blu terso che annuncia la primavera, ma l’aria è frizzante e sconsiglia una lunga sosta all’aperto, nell’interminabile irrefrenabile inverno abruzzese.

Gadda sta, e guarda il campanile, ornato di guglie, e gli sembra famigliare, gli ricorda certi profili che si stagliano sui cieli intorno a Milano, in sporadiche gite fuoriporta. Ma a quel gusto lombardo se ne sovrappone repentino un altro, che non sa distinguere, e non capisce, e però la sua testa macina e cogita la torre campanaria, e d’improvviso l’agnizione impossibile: la punta del campanile, confusa nel controluce del sole, mista al freddo che si mastica lì fuori, è il cono gelato di una lontana domenica meneghina!

Gadda è bambino, la sua famiglia rigida e borghese nella passeggiata domenicale arriva sino al Duomo, un altro Duomo tanto diverso da questo teramano, e s’infila in galleria, c’è una discreta folla e il compìto bambino ne è quasi spaventato, ma sa che a breve un premio lo aspetta: un cono gelato da Savini, il caffè più esclusivo. Forse non sceglie neppure i gusti, forse per lui li sceglie la mamma, ma il bambino è felice.

Eccolo finalmente brandire come spada l’eroe il suo trionfo, eccolo fuori da Savini, nella galleria affollata e indifferente alla sua gioia di bambino. Indifferente e distratto è anche il piccione che su di un cornicione sporgente nel posteriore centra di suoi liquami proprio il cono del bambino. Gadda chiude gli occhi al sole di marzo che lo accieca, e si ricorda di tutto, ce l’ha davanti il suo cono gelato oramai non più commestibile, irrimediabilmente corrotto dal piccione con gli intestini deboli.

La mamma se ne accorge, ovviamente, e subito strappando inorridita la cialda friabile dalle mani del pupo sbigottito, getta nel cestino il gelato insozzato. Ma la storia, ahilui, non ha felice esito, perché al Gadda bambino quel giorno il gelato non è stato ricomprato. Il budget strettamente controllato non permette un doppio cono, si aspetterà la prossima. Ma Carlo Emilio bambino questo non può capirlo, e il ricordo doloroso emerge tutto acuto nel limpido mattino teramano.

Si affretta allora a convocare di lui presso il cameriere:

«Gelato ne avete?» chiede con rimorso quasi.

«Signornò, è troppo freddo ancora!»

«Ma cialde, cialde ne avete?»

«Signorsì!»

«Allora portate coni e cialde e panna!». Piccioni, d’intorno, non se ne vedono.

 

Alberto Melarangelo. Nato a Teramo nel 1972, si laurea in Lettere presso l’Università di Roma La Sapienza e successivamente ottiene il perfezionamento alla Scuola di Specializzazione di Storia dell’Arte dell’Università di Siena. Docente a contratto dal 2003 al 2013 presso il Corso di Laurea Triennale in Scienze del Turismo culturale dell’Università di Teramo, è professore di ruolo di Storia dell’Arte nella scuola superiore di II grado. Tra le sue pubblicazioni: “Le arti figurative. Il dopoguerra sino agli anni novanta”, in La cultura in Abruzzo dal secondo dopoguerra ad oggi, atti del convegno, Fondazione Tiboni, 2006; Imago Imaginis, testi catalogo Premio Basilio Cascella, 2008; “Crocetti, un omaggio rivolto al futuro”, in Venanzo Crocetti. La divulgazione di un maestro della scultura italiana, catalogo della mostra, 2010. Curatore di varie mostre, tra cui Chartusia, Siena 2002; Immigrazioni, trasformazioni, mutamenti sociali, visioni, scritture, interazioni, Macerata 2003; Senza libro (con memoria), L’Aquila 2010; Giovanni Melarangelo. Disegni e bozzetti del circo, Teramo 2014; Sandro Melarangelo. Antologica 1957-2017, Teramo 2017. Da sempre impegnato in politica, è attualmente Presidente del Consiglio Comunale di Teramo.

 

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